Cos'è
Il territorio di Borghetto Santo Spirito è situato alle falde del monte Piccaro (281 m) , ed intersecato dal Varatella , torrente dal corso rapido e molto pericoloso nelle sue piene. Purtroppo non vi sono dati diretti che riguardano la pianura e la costa borghettina nel periodo preistorico ; le scoperte effettuate dagli studiosi sono riconducibili ai nostri antenati dell’interno della Val Varatella, anche se non si può escludere che si tratti dei primi borghettini.
Le prime attestazioni certe sul nostro territorio sono riferibili all’età romana. Il ritrovamento tra l’8 e il 9 gennaio del 1871 di una piccola ara in pietra grigia durante la costruzione del castello dell’ingegner Borelli in stile gotico-ligustico sul Capo d’Anzio. Tale cippo , attualmente conservato a Genova nei depositi della Soprintendenza Archeologica in attesa di un suo possibile ritorno al luogo di origine , reca incisa un’iscrizione votiva dedicata alle Dee Matrone : “Matronis P. Didius Cai II Nicus V.S.L.L.”e poiché le Dee matrone erano presso i Liguri e nell’alta Italia deità tutelari , al pari dei Lari e dei Penati presso i Romani, questa iscrizione starebbe ad attestare che Didio fosse un Ligure e non un Romano. Presso l’ara di Didio Callinicus sarebbero venuti alla luce brani di un’antica costruzione interpretabile come sacello romano. Ad attestare la datazione della struttura all’età romana concorrerebbe il ritrovamento in area circostante l’epigrafe di tegoloni romani , frammenti di anfore e di vasi di vetro , e di alcune monete d’argento e di rame degli imperatori Vespasiano , Adriano , Antonino Pio e Marco Aurelio e dell’imperatrice Faustina. Benché le condizioni ambientali e geografiche rendessero difficile tracciare strade regolari e di notevoli dimensioni in alcune parti della Liguria, è certo che alcune vie già preesistevano all’opera romana. I Romani quando affrontarono il problema della viabilità ligure si trovarono di fronte ad un gran numero di itinerari , che i Liguri avevano tracciato per i loro commerci e le comunicazioni. Dalle fonti letterarie si apprende l’esistenza di una via litoranea antichissima , già in uso prima dell’avvento dei Romani ; sicuramente per completare questo percorso costiero , i Liguri avevano approntato una rete viaria interna per gli scambi commerciali con i popoli dell’entroterra e d’oltralpe.
Le strade sono state fin dall’antichità necessari collegamenti per gli scambi culturali e commerciali fra le tribù , per far convergere velocemente sui luoghi di battaglia gli eserciti liguri e romani , nonché per la diffusione del Cristianesimo.
Di particolare importanza per la Liguria è la costruzione della via Iulia Augusta che partendo da Piacenza , seguiva fino a Tortona il percorso dell’antica via Postumia ; da Tortona , passando per Acqui, giungeva a Vada Sabatia (Vado Ligure), e di qui, lungo la riviera di ponente , giungeva a Ventimiglia da dove , abbandonando la costa saliva a la Turbie e a Cimiez ; poi superato il Varo , giungeva fino ad Arles. Testimonianza del passaggio della via Iulia Augusta fra Borghetto Santo Spirito e Loano sono i resti del “pontasso”; costruito su corsi d’acqua di scarsa portata al fine di rendere percorribile la via in qualunque periodo dell’anno; costruito sul corso del Rio Casazze (o Rio Fine) , il “pontasso” , conserva le rampe di accesso , i resti dei muri di sostegno delle rampe e alcuni tratti dei corsi regolari sovrapposti in blocchetti di pietra , parti del rivestimento esterno . L’arco è interrato quasi completamente e si trova sotto l’attuale piano stradale
La posizione del territorio di Borghetto è sicuramente importante non solo per i traffici costieri , ma anche per i collegamenti tra la Riviera e il basso Piemonte. Antichissimo , forse tracciato dai primi liguri primitivi , è il percorso della strada della valle Varatella , che ha favorito gli scambi commerciali fin dall’epoca romana ; attraverso questa strada , in funzione della sua posizione di sbocco al mare dell’alta val Bormida e dei territori di Balestrino la gente di Borghetto ha potuto mantenere i contatti con le popolazioni dell’interno ed esercitare piccoli commerci mercantili anche in epoca alto medievale. Per la stessa “antica strada della valle” i monaci benedettini del monastero di San Pietro dei Monti , la cui fondazione si ascrive al periodo carolingio , avevano diffuso nei loro vasti possedimenti territoriali , fino al mare , le loro conoscenze rurali e l’insegnamento della regola del loro ordine monastico. Nell’801 Carlo Magno , fondatore dell’impero carolingio , ampliò le dotazioni ed i beni del Monastero, secondo quanto ricordato nel Chronicon veteris monasterii S. Petri de Varatella , cronaca relativa alla sua fondazione , tardo medievale , unico documento noto per quest’epoca , l’imperatore assegnò ai monaci – trecento iugeri presso il lido del mare tra i due monti che sono chiamati Capo d’Anzio – e poiché questo tratto di terreno è compreso tra capo Santo Spirito e la Caprazoppa che in antico avevano lo stesso nome , probabilmente nella donazione sono incluse terre della zona di Borghetto dove in origine c’erano solo case sparse.
Sul capo d’Anzio esisteva una chiesa con annesso ospedale dedicati allo Spirito Santo; le storie patrie riferiscono la sua probabile fondazione ad opera dei Frati Ospedalieri di Roma l’11 marzo 1154 ; il titolo di Santo Spirito attribuito all’ospizio di capo d’Anzio diede anche il nome alla Universitas Burgeti. L’Ospizio passa tra il XII e il XIII secolo ai Benedettini di San Pietro in Varatella. Le terre alla foce del torrente Varatella erano acquitrinose e malsane per la presenza di paludi e ristagni d’acqua provocati dallo straripamento dei torrenti in una zona pianeggiante.
Un contratto del 1254 ci permette di rilevare , seppur con non assoluta precisione e in maniera indiretta dato che Borghetto Santo Spirito in quell’anno non esisteva ancora , dati sui confini territoriali. Tale documento riguarda un atto di vendita di un terreno situato in località Braia di Capo d’Anzo per il prezzo di venti lire di genovini da parte di Jacobo Roncario de Ripa e dei suoi congiunti a Guglielmo Masino di Toirano alla presenza del notaro Oddone Ferrario . Il termine Braida o Braia è di derivazione molto antica e significa agro suburbano , ossia una proprietà agraria a disposizione degli abitanti di una comunità agricola. Il toponimo Braia di Cadanzo è conservato nella versione attuale ed è localizzabile alle falde del monte Piccaro in prossimità della linea di confine tra i comuni di Borghetto e di Ceriale ; il toponimo de Ripa , luogo di origine del venditore del terreno , corrisponde all’attuale Riva situata nell’omonimo rio a mezza strada circa tra Borghetto e Toirano .
Il 15 aprile 1260 vengono acquistate le terre dove verrà costruito Borghetto ; come si rileva da un antico documento d’archivio , fu stipulato un atto di compravendita nella pianura di Albenga presso il rivo Antognano , davanti a Guglielmo di Coasco , notaio del Sacro Impero ; il comune acquista da proprietari della vicina Patarello ampi appezzamenti di terreno nella zona di pianura situata ad est di capo d’Anzio e precisamente terreni estesi dal giogo di Toirano fino al mare a ridosso del torrente Varatella “e dal torrente di Toirano fino alla chiesa di Capo d’Anzio , e che si trovano in quelle vicinanze , o fuori , in tutto il territorio , possedimento e distretto di Albenga”; con questo atto viene approvato il progetto di costruzione ai fini di opporre una sentinella avanzata alla foce del Varatella a controllo del territorio di Toirano conteso tra il comune di Albenga e il suo vescovo.
In un capitolo degli Statuti Comunali di Albenga del 1288 , si inquadra la deliberazione del Comune di Albenga relativa alla costruzione di una villa presso Capo d’Anzio. “ De faciendo villam unam apud caput Dancium”: In nome di Dio Onnipotente , Padre , Figlio e Spirito Santo , della Vergine Maria e di tutti i Santi , ed in onore dei signori capitani del comune e del popolo Genovese , e per la pace , la tranquillità e il potere del comune di Albenga , il magistrato di Albenga sia tenuto a far costruire entro due mesi dall’inizio della sua amministrazione , una villa presso la costa di capo d’Anzio verso Toirano o altrove nel territorio comunale , dove sembrerà meglio al podestà di Albenga in quella zona , secondo il parere dei quattro uomini eletti a questo fine dal consiglio di Albenga.
In questa villa siano obbligati a venire ad abitare tutti gli uomini cittadini di Toirano , e designato il sito della villa stessa , il magistrato di Albenga sia tenuto ad andare in detta villa con gli uomini della città di Albenga e del distretto , per fornire o trasportare il legname e le pietre necessarie alla costruzione delle case di detta villa. E il predetto magistrato obblighi i predetti cittadini a costruire e a fare le case in detta villa entro la prossima festa di san Michele , in modo che possano stare ed abitare in quelle case con la famiglia gli abitanti e coloro che abbiano ricevuto il suolo. E tutti gli abitanti e i singoli si difendano e siano difesi e protetti dal comune e dal magistrato del comune di Albenga ; e il magistrato di Albenga sia tenuto in buona fede e con tutto il suo potere a provvedere a tutte le cose e a tutte le altre necessarie per l’utile di detta villa. E se qualche altra persona dirà deliberando in consiglio , o proporrà davanti al magistrato di non costruire detta villa , o una volta costruita di distruggerla o evacuarla , paghi al comune una multa di 50 lire genovesi , e sia rimosso dal consiglio di Albenga e privato per sempre di qualsiasi carica. Se non potrà pagare questa multa , sia esiliato , e non possa essere richiamato dall’esilio se non avrà pagato prima al comune detta multa.
Inoltre il podestà di Albenga sia tenuto ad ispezionare detta villa tre volte all’anno ogni quattro mesi , e a vedere che cosa vi sarà da fare , e a farlo fare dagli abitanti di detta villa secondo il suo potere.
Inoltre il podestà sia tenuto ad informarsi come meglio potrà , se gli abitanti di detta villa vi risiedano , come devono e se vi tengano le vettovaglie; e se troverà che qualcuno contravviene , esiga dal contravventore ogni volta una multa di 20 soldi genovesi , ed inoltre lo costringa ad abitare con la famiglia in detta villa e a portarvi i cibi e tenerveli. Il magistrato non possa proporre alcuna modifica a questa disposizione davanti al consiglio , sotto pena di un’ammenda di 100 lire genovesi. E ogni volta che saranno fatte domande o proposte su detta villa o per tutto ciò che la riguarda , il magistrato di Albenga sia tenuto a far leggere questo capitolo nel consiglio generale prima che qualcuno si pronunci. E se le terre in cui saranno stati fissati i sedimi delle case di detta villa e le altre cose necessarie ala villa stessa fossero di proprietà privata , lo stesso proprietario sia tenuto a venderla al comune di Albenga, secondo l’arbitrio dei quattro uomini e del podestà. E il magistrato sia tenuto a far pagare al proprietario della terra il prezzo relativo al comune di Albenga”.
Il paese conosciuto in principio come villa di capo d’Anzio, poi borgo nuovo assume il nome di burgus Sancti Spiritus il 23 gennaio del 1292 come si rileva da un’annotazione posta al termine dell’indice degli Statuti del 1288 : Nomen burgi novi ripe Toyrani est de voluntate consilii facti M°CC°LXXXXII° die XXIII ianuarii Burgus Sancti Spiritus L’impegno di costruire una villa presso capo d’Anzio su terreni acquistati da proprietari della vicina Patarello venne completamente realizzato nel 1297 con una spesa da parte del comune di Albenga di 340 lire genovesi , somma necessaria a rifondere la famiglia Moruelli per la vendita delle terre; la testimonianza si ricava da una pergamena conservata nell’archivio di Albenga, datata 20 febbraio 1297, relativa ad una operazione di prestito tra Porco Cepolla , procuratore del comune di Albenga ed un certo Vetulo Enrico di Massimino che concedeva il denaro per risarcire i Moruelli.
Il 2 dicembre 1310 viene costruito il paramuro di Borghetto per una specifica funzione difensiva , come si rileva da un documento d’archivio nel quale il Podestà di Albenga Bernabò Grimaldi , con il consenso e l’autorità del Consiglio , in nome della città di Albenga , si riconosce debitore verso un tale Oddone Cepolla fu Robaudo di 25 lire di Genova , parte delle quali necessarie all’acquisto della calce utile alla costruzione del paramuro “ necessariam ad opus paramurum Burgeti Sancti Spiritus”
Nel 1326 Borghetto risulta avere 111 fuochi. La nuova “Villa” di Borghetto cominciò praticamente la sua nuova vita civica all’inizio del Trecento. Borgo progettato da esperti e realizzato in base a precise indicazioni urbanistiche come propaggine del comune di Albenga e a sua volta legato alla potenza di Genova , aveva pianta rettangolare , con la trama delle vie principali longitudinali intersecate da altre trasversali minori; dotato di quattro porte : il “portello “ o “portino” della marina, munito di torre, ma non transitabile con i carri, prospiciente lo “zerbo comunalis” (ampio spazio sabbioso che si stendeva per oltre cento metri dalle mura fino al mare) , la porta di levante o di Loano, detta anche “porta del verzario” che si apriva sugli orti e sui giardini vicini alle mura, la porta di Toirano (in cima all’attuale via Diaz) e, infine la porta occidentale verso Ceriale, unica testimonianza della lunga storia di questo borgo. Le porte della Marina e quella di Loano furono abbattute dai genieri dell’Armata francese rivoluzionaria che nel 1794 aveva occupato la riviera di ponente e il territorio di Borghetto, in vista della battaglia di Loano ; la porta di Toirano scomparve nella seconda metà dell’Ottocento per decreto del Consiglio comunale.
Nella nuova “villa” viene costruita sul finire del 1200 ( nel 1621 venne iniziata la ricostruzione della chiesa e compiuta nel 1628 come racconta il “Giardinello”, opera manoscritta del Seicento che descrive la nostra Diocesi), nel medesimo spazio in cui troviamo quella attuale, la prima chiesa parrocchiale, dedicata a San Matteo.
Nel 1409 il Comune di Albenga emana una norma sulla fortificazione della torre di Borghetto e sulla necessità di farci un solaio. Del 1537 è un’annotazione del vescovo annalista e corografo genovese, Monsignor Agostino Giustiniani, durante il suo minuzioso viaggio lungo la Riviera “Et in spacio di cinque miglia vi è Cerrià con cento foghi?????e più a levante che il Cerrià un miglio il Borghetto murato con centocinquanta foghi e sopra due miglia la villa di Patarè (Patarello) con dieci foghi”. Un resoconto di visita di un capitano della Serenissima Repubblica del 1588 sottolinea dimensioni e ruolo difensivo del Borgo di S. Spirito : “il Borghetto è un luogo paramurato e le sue difese misurano cento metri dal lato del mare, settantacinque a levante e qualcosa di meno a ponente: Vi si trova anche una torre quadrangolare (l’attuale Casa Rossa) alta dieci metri ?”.
La via per l’indipendenza fu lunga e faticosa, segnata da continue dispute e controversie con la città di Albenga, che esercitava direttamente il potere sia civile sia economico; per secoli Albenga si era dimostrata sempre decisamente contraria, per motivi di sicurezza a qualsiasi espansione edilizia fuori delle mura , ma verso la fine del Cinquecento l’autorizzazione allo spostamento dell’antico Ospitale di Santo Spirito (successivamente sede del Municipio dal 1797 al 1917) per viandanti e pellegrini che si trovava su Capo d’Anzo (successivamente chiamato Capo Santo Spirito) vicino alle mura del paese nell’attuale Via Cavour, segna l’inizio dell’espansione a ponente.
Nel Seicento Borghetto potenziò e migliorò le proprie strutture urbane, intraprese il graduale processo di bonifica della pianura locale, per secoli paludosa che si estendeva verso il mare e verso Loano ed organizzò attività marinare che apportarono ulteriori benefici all’economia del paese.
Nel corso del XVII e del XVIII secolo sono da registrare eventi di rilievo per la storia di Borghetto : incursioni dal mare , pestilenze, calamità naturali, guerre e danni conseguenti all’occupazione militare.
Nella notte del 2 luglio 1637 Borghetto Santo Spirito fu assalito dai pirati barbareschi, provenienti dalla Tunisia e dall’Algeria, ma il paese protetto dalle mura di cinta , si difese strenuamente e respinse il feroce nemico (la tradizione attribuisce lo scampato pericolo alla protezione della Madonna della Guardia).La Battaglia di Loano (23-29 novembre1795) fu la prima nella storia militare che si svolse su una linea trincerata di ben quaranta chilometri dal mare, ovvero da Borghetto Santo Spirito a Garessio , una linea strategica molto importante detta “linea di Borghetto”. Con l’avvento dei Francesi (è del 13 ottobre 1794 una delibera del Console e del Consiglio degli anziani della Comunità di Borghetto che assegna gli alloggi per la truppa e gli ufficiali) che combatterono sui monti alle spalle del paese finì la storia autonoma dello Stato regionale di Genova a cui seguì dal 1797 la nascita della democratica Repubblica Ligure. Nel 1797 (a quella data Borghetto contava 567 abitanti) l’Ospizio – infermeria di Santo Spirito nell’attuale via Cavour, divenne la prima sede del libero Comune di Borghetto Santo Spirito e tale rimase sia durante il passaggio nel Dipartimento di Montenotte, circoscrizione di Porto Maurizio, sotto l’impero di Francia (1806-1814) che sotto il Regno di Sardegna, quindi quello d’Italia. Nel 1872 un evento storico : la ferrovia rompe l’isolamento nel quale è sempre vissuta la Riviera di Ponente.
Per tutto il Novecento si è verificata, in Borghetto, una progressiva crescita demografica. In particolare, dagli anni cinquanta ad oggi, la notevole espansione edilizia e quindi territoriale ha reso necessaria la costruzione di stabilimenti balneari, strutture sportive e centri commerciali.
Varie iniziative di intrattenimento e spettacolo, insieme con i paesaggi collinari ed i percorsi storici della “Val Varatella” fanno di Borghetto Santo Spirito un gradevole e suggestivo luogo turistico estivo ed invernale.