CHIESA DI S.MATTEO
Indirizzo: Via Don Domenico Burastero, 5 17052 Borghetto Santo Spirito (SV)
Telefono: 0182970088
Chiesa di S. Matteo
La prima chiesa parrocchiale di Borghetto viene costruita sul finire del 1200 nel medesimo spazio in cui troviamo quell’attuale.
La struttura originarle era una costruzione solida, dai muri spessi con poche aperture, orientata liturgicamente con l’abside verso levante, così che il sole la illuminasse al suo spuntare e con la facciata a ponente, perché ne ricevesse l’ultimo raggio della sera. Per l’uomo del Medio Evo il sole era simbolo di Cristo, della sua luce che, se accolta, illumina con il suo insegnamento e la sua grazia la vita degli uomini, dalla nascita al tramonto.
L’antichissima chiesa di S.Matteo continuò per secoli e secoli ad accogliere i fedeli che vi accorrevano nelle feste ed in tutti i momenti importanti della vita sociale, familiare ed individuale.
Con il passare dei secoli, tuttavia, Borghetto si era ingrandito e popolato. Si volle quindi ricostruirlo, un’opera manoscritta del Seicento che descrive la nostra Diocesi, in un brano che si trascrive: gli abitanti “spinti dall’ispirazione del loro patrono e titolare, nel 1621, a dì li 11 d’ottobre, incominciarono nuova fabbrica di Chiesa, di pulita e moderna architettura mista di Dorico e Corinzio, con la navata nel cui mezzo ben colorita appare l’immagine del suddetto Evangelista con 1628 ai piedi”.
L’interno è a tre navate, su colonne in pietra del Finale e copertura a volte; tre portali si aprono in facciata con finestre anche nella navata mediana, che danno più luce delle piccole aperture medioevali.
Le famiglie più in vista si presero cura degli altari nelle navate minori e vi fondano varie cappellanie.
Il pavimento era in ardesia e tre gradini davanti alla balaustra portano all’abside profonda e riccamente decorata.
Alla fine dei lavori sono celebrate grandi feste di consacrazione. Nel 1643 il 4 ottobre il Vescovo Pier Francesco Costa inaugura l’organo. Lo stesso giorno il prelato incorona pure la statua di Nostra Signora della Guardia e il giorno seguente, la Chiesa e l’altare maggiore. Vengno altresì benedette le due nuove campane della parrocchiale, una dedicata a Nostro Signore, l’altra al protettore S.Matteo.
I lavori del Seicento furono quasi una ricostruzione della Chiesa, l’abside si ornò di statue e nel 1715 si arricchì di un nuovo altare maggiore in marmi pregiati.
I lavori più vicini a noi tendono a riportare la chiesa alla sua bellezza originaria. Sono importanti gli interventi iniziati nel 1978 per pulire le colonne dall’intonaco, onde rimettere in luce la loro struttura in pietra del Finale; si concludono con i più recenti che vanno dal 1991 al 1993 che mirarono a ripulire e rinfrescare le pitture della volta centrale e tutte le decorazioni dell’interno della chiesa.
La sua facciata, amplissima e luminosa, artisticamente decorata, è frutto di un restauro assi più recente, avvenuto nel 1902 dividendola in due spazi con un cornicione aggettante sopra un alto fregio, su quattro lesene a capitelli corinzi, due ai lati e due a segnare le navate. Ali lavori avvennero per munificenza di Santiago Marxiano su progetto di Giovanni Richinotti
Nella parte inferiore della facciata campeggiano tre bassorilievi del noto scultore savonese Antonio Brilla.
Sul portale maggiore è il bassorilievo raffigurante la Madonna della Guardia e sui portali minori: S. Giuseppe a sinistra e S.Anna a destra. Il restauro è stato eseguito negli anni 1991-1993.
All’interno sono contenuti pregevoli quadri di Giuseppe BADARACCO (1605 – 1657) detto il “Sordo”, pittore genovese, allievo – dopo un primo avvio da Bernardo Strozzi – di Andrea ANSALDO. Morì di peste a Genova nel 1657.
Il periodo di realizzazione delle suddette opere è compreso fra il 1644 e il 1655; le tele di Borghetto sono tutte firmate e siglate.
I quattro dipinti del BADARACCO raffigurano:
“Martirio di San Matteo” posto nell’abside, rappresenta l’uccisione di Matteo: l’Apostolo è raffigurato al centro della tela mentre celebra la Messa in abiti sacerdotali. Sullo scalino in primo piano, le iscrizioni dedicatorie, la data dell’esecuzione (1644) e la firma del pittore (“Joseph Badaracus”).
Il “Martirio di Sant’Agata” raffigura la santa legata a una colonna in marmo viene sottoposta a tortura; le è contestato il reato di vilipendio alla religione pagana. Il suo carnefice le taglia i seni con un’enorme tenaglia. E’ ubicato sulla parete di levane della cappella posta in capo ala navata destra.
La “Madonna con bambino e i santi Pietro, Erasmo ed Antonio Abate” è la pala dell’altare posto in capo alla navata sinistra della parrocchiale. La composizione è articolata su due piani distinti: nella parte superiore, al di sopra di una coltre di nubi la raffigurazione di personaggi divini, in basso ad arricchire la tela, la veduta del “Borghetto murato”. Al centro domina l’immagine della Madonna con Gesù Bambino. Assai preziosa è la visione dell’abitato di Borghetto posta lungo il margine inferiore del dipinto; il Badaracco ha ritratto Borghetto nella sua struttura primitiva, lasciando una testimonianza topografica di grande rilievo. Solo la frequentazione e una precisa osservazione diretta del paese da parte dell’autore, ha permesso una rappresentazione così dettagliata. Firma e data (1655) sono visibili sulla porzione destra della cinta muraria.
L’opera “Miracolo della Mula” rappresenta il Miracolo della mula, un noto episodio della vita di S.Antonio da Padova; vi sono raffigurati i volti di alcuni Borghettini del tempo e sullo sfondo una bella loggia che guarda a tramontana con le sue eleganti arcate. La identifica oggi ancora visibile appena si esce dalla porta di Ceriale, affacciata sulla P.za Madonna della Guardia. Attualmente è conservato nell’ oratorio di San Giuseppe .
Altre pregevoli opere da ammirare sono la “Statua di San Matteo” – Opera della scuola del Maragliano, inizi del sec. XCIII, in legno policromo, collocata nella nicchia laterale destra dell’altare maggiore. Rappresenta San Matteo, Titolare e Patrono del paese e quella di “Statua di Santa Maria Maddalena” – Opera pregiata dell’Olivari, in legno plicromo, posta nella nicchia laterale sinistra dell’altare maggiore. Rappresenta la figura di Santa Maria Maddalena.
Di grande chiarezza architettonica è l’elegante altare principale, posto al centro dell’abside, in marmo bianco di Carrara e marmi policromi, è caratterizzato da un paliotto a forma di “vascello “ (nave) con diverse decorazioni. I tre gradini, che sovrastano il paliotto, ripetono lo steso motivo floreale della fascia centrale, guarniti da teste alate d’angelo ai lati; sono interrotti, al centro, dal tabernacolo a forma di edicola architettonica fornita di colonne. L’altare maggiore è datato 1715. (Manoscritto archivio storico comunale di Borghetto S.S. – fogli sparsi).
Non è noto l’autore della Sacrestia che nel primo quarto del 1700 la costruisce rivestendone le pareti in legno di noce, a riquadri di varie misure, in parte scorrevoli.
L’intera struttura è impreziosita dalla presenza delle caratteristiche formelle genovesi, scolpite nel legno massiccio, sia con disegno ragnatela, sia a forme geometriche
Il coro, realizzato interamente in legno, si compone di uno “scanno” centrale e dieci posti laterali, cinque per ogni lato. L’opera è dell’artigiano Perasso di Loano. Il periodo di esecuzione delle strutture in legno può essere collocato all’inizio del 1800 e presenta motivi tipici non solo dell’epoca ma anche del precedente stile direttorio oltre che del tardo impero.
Le vetrate che adornano la Chiesa sono sei, tutte di gran pregio, dipinte e cotte a fuoco, legate a piombo furono collocate nell’anno 1950 e hanno sostituito le precedenti distrutte a causa dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale. Raffigurano Giovanni Battista, San Giuseppe con il Bambino Gesù in braccio., la Madonna del Rosario, Sant’Agostino e la Madonna della Guardia.
La prima testimonianza dell’esistenza di un organo nella chiesa di S.Matteo risale al 1628. Il costruttore rimane ignoto. Nel 1643, l’organo pavese Giovanni Oltrachino costruisce un “Horganeto a tre registri”. Nel 1928 viene commissionato un nuovo organo alla Casa Organaria Gandini di Varese.
L’attuale organo è opera del tutto nuova dell’organaro Beniamino Giribaldi di Montegrazie (IM). E’ inaugurato il 24 febbraio 1996, con al benedizione dell’Ecc.mo Vescovo diocesano Mons. Mario Oliveti.
Collocato sopra l’ingresso principale della Chiesa, è posto in una cassa armonica dell’Ottocento sobriamente decorata. La facciata è composta da 33 canne di stagno, distribuite in tre cuspidi.
La consolle è a finestra, costituita da due tastiere di 54 tasti.
Le canne sono 1116: 41 in legno e 1075 in metallo. I registri sono 25. La trasmissione è completamente meccanica.
Testo a cura di MANERA Michele
Ultimo aggiornamento: 16/11/2023, 16:16